lunedì 17 settembre 2007

Speciale Massimo Della Pena

«... Stamattina mi alzo e accendo la televione. Sul tre sta saltando sulla sedia una tarantolata Emanuela Falcetti che non capisco nemmeno di cosa stia parlando e con chi. Si vede chiaramente che le interessa solo essere inquadrata, la protagonista è lei, soffre un casino quando le tolgono la diretta e la rispediscono sull'etere. Ma...
Ma giro sul secondo canale e ritrovo un'altra puntata di una trasmissione allucinante. Si chiama "quasi alle sette" o qualcosa di simile. La conduce una "giornalista" bionda (che mi sembra di aver visto godere di auto aziendale e autista, ma potrei/vorrei sbagliarmi). La location è sempre quella di piazza del Pantheon, in mezzo a turisti e curiosi che da dietro fanno di tutto per essere inquadrati (come la Falcetti, quindi).
La signora ha in mano una copia di un quotidiano di un giorno o due prima. Legge un titolo: "Effetto serra: che fare?" e rivolge la "sciocca domandina" all'onorevole o agli onorevoli che la accompagnano a piedi. Spesso è Cutrufo della Dc, che dovrebbe abitare lì vicino e quindi facilmente reperibile, se sono in due, sono rigorosamente bipartisan.
I due poveracci non possono che ripetere banalità, tanto generici sono gli argomenti, spesso infilano una "loro" proposta di legge sepolta in chissà quali cassetti delle Camere.
In 3-4 minuti, prima delle sette appunto, la questione (effetto serra, guerra in Irak, apocalisse...) è risolta e la signora fa ciao ciao con la manina dando appuntamento all'indomani. Quanto si piace...!!!
Ora, senza essere qualunquisti: quale paga è congrua per un simile impegno che mia nonna saprebbe assolvere nell'identica precisa maniera? Cosa significa essere o fare il giornalista?»
(La Gola Profonda di Aldo Grasso al Corsera.it)