Di cosa ha bisogno l'istruzione in Campania? Uno pensa, chessò, a nuovi edifici scolastici, magari meglio attrezzati; oppure a biblioteche più ricche e numerose, a borse di studio per studenti disagiati. Macché: in realtà ha bisogno di «una nuova idea di scuola», che prontamente l'assessorato regionale all'istruzione ha infatti realizzato sotto il nome di «Scuole aperte». Le quali, leggo su una pubblicità, insieme a «Associazioni, Enti locali, parrocchie, artisti e volontari hanno incontrato il territorio e la gente che ci vive, costruendo relazioni tra cittadini e culture diverse e creando nuove occasioni per imparare e stare insieme (…) con l'attivazione di laboratori, corsi e spettacoli. Dall'informatica al teatro, dalla musica elettronica a Internet, dai corsi sulla legalità alle lezioni di subacquea, dall'ecologia agli scacchi alla riscoperta dell'artigianato e dell'agricoltura locale». Poi dice che uno ce l'ha con la pedagogia di regime e diventa reazionario.
(E. Galli della Loggia, "Calendario", http://www.corriere.it/)