Una collega del docente universitario Walter Siti (il personaggio) in Troppi paradisi (Einaudi 2006) sostiene che esiste un'etica della grammatica, ma, osserva Siti, è una donna sola e infelice, e allora si attacca a quello che può. Ergo, melio scrivere come viene viene, che io intanto quello che dico è lo stesso, che non vorrei mai pensano che sono infelice perché scrivo coreto, ostrega.