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Le varie appendici di Libera nos a Malo, cioè Bau-sète, Pomo pero, Maredè Maredè, Leda e la schioppa, ecc., tornano ai temi, carissimi a Meneghello, del linguaggio e della autenticità infantile; lui in fondo è un professore universitario che scriveva: «Ogni tanto in Pavese si leggono delle scemenze vere e proprie. “Il desiderio schianta e brucia, come la serpe, come il vento”. Non parliamo poi del pezzo che comincia “Elena Tintaride” (sic). È D’Annunzio, più Gozzano, più scemenze. Sentendo parlare la mia assistente lombarda si capisce Pavese, sono le stesse scemenze. Si illuminano a vicenda».Impertinente.Luigi Meneghello, Opere scelte, a cura di G. Lepschy, 2006