venerdì 14 marzo 2008

Alvigesi

«Per ogni lavoratore dipendente, fatta esclusione gli statali, c’è ben più di un pensionato; e poco meno di un terzo di questi pensionati ha tra 40 e 64 anni. Sedici milioni e mezzo di redditieri, alla media di mille euro al mese, ben superiori ai versamenti fatti, e ai contributi previdenziali dei sopradetti lavoratori. E non si è detto della parte degli interessi e delle locazioni, cresciute oltremisura. E pure loro incassate perlopiù da anziani o finti tali, che le redistribuiscono ai figli. Insomma l’economia dell’URSS esisteva per produrre carri armati e missili, tutto il resto era accessorio. Così lo stato esiste da noi per trasferire rendite a famiglie che le smistano a integrare i redditi dei loro figli o nipoti, anche da loro impoveriti con tasse e contributi. [...]
Insomma l’Italia è ricca, ma la sproporzione delle rendite e della ricchezza detenuta dalla famiglie, rispetto ai salari e ai profitti è insana. Tale da rendere ormai poco conveniente il lavoro. È questo che i giovani, la maggioranza di loro che ha i genitori con case proprie e titoli, lamentano».
G. Alvi, Le imposte da diminuire, le rendite eccessive e i salari troppo bassi (“Il Foglio”, 26 marzo 2006).