venerdì 5 gennaio 2007

Piombo

«Quante indicazioni sbagliate fornite da impiegati, guidatori, bigliettai, sportellisti, centralinisti ecc. ‑ Vada laggiù, è di là che parte. ‑ Di là non parte niente. Parti­va di qua, invece, e per andare di là ti sei perso l'autobus. ‑ Scenda. La direzione opposta. ‑ Ed eri nella giusta. Perché sbagliano? Non è malvagità, è dispersione e confu­sione mentale, memoria bucata, noncuranza del prossimo, hanno poche cose da tenere a mente e gli scivolano via, solo delle squadre di calcio sanno e ricordano tutto».
Guido Ceronetti, Un viaggio in Italia.

«Accendono il lampeggiatore a sinistra, poi svoltano a destra. Sopportano qualsiasi umiliante attesa o vessazione allo sportello delle poste, delle banche, delle stazioni fer­roviarie, delle Usl, dell'anagrafe o degli uffici tributari, senza mai protestare per esempio con un esposto alla direzione del servizio adeguatamente pubblicizzato, messo in mano agli avvocati (ce ne sono anche troppi), ai magistra­ti (così pronti spesso a far parlare di sé), ai giornali (sem­pre in cerca di notizie); ma se per caso una volta decidono di protestare lo fanno nella maniera peggiore, sfidando l'incriminazione per oltraggio a pubblico ufficiale. Dov'è finito l'italiano “intelligente”, o almeno astuto? E c'è ancora di più. Dov'è finito l'italiano “buono”, o al­meno mite? Si spara per il minimo interesse di mafia, camorra o ‘ndrangheta, per l’estorsione del più modesto bottegaio […] Forse, a causa d’un consumo libidinale o particolarmente smodato delle automobili, in Italia si respira troppo piombo».
Alberto Ronchey, Giornale contro.