martedì 2 gennaio 2007

Il vecchio Engels

In Ricordati di me di Gabriele Muccino si mostra che puntare alla carriera di velina non fa male né alla salute né al preconscio (Valentina, la figlia) e che insegnare Dante in un liceo è una deprimente rottura di palle (Giulia, la madre). Muccino ha dichiarato nelle interviste di nutrire «un’irritazione profonda verso questi uomini e queste donne che si mettono una maschera e non sanno ascoltare se stessi» e di considerare Valentina un «personaggio estremo, arrogante, mediocre».
Diciamo la verità: Valentina è una teenager vivace e carinissima che fa sesso in appartamenti lussuosi con ragazzi molto fighi, ben vestiti, dal carattere non certo peggiore di tanti capuffici e colleghi decisamente meno giovani, belli e ricchi: il tutto non credo stimoli nella spettatrice media condanne giansenistiche o furori russoviani. Dunque delle tre, l'una: 1) Muccino ha fallito (l’intentio auctoris non coincide con l’intentio operis); 2) non la conta giusta; 3) extrema ratio, si inchina anche lui al balzachiano «trionfo del realismo» del vecchio Engels, guarda un po’.