mercoledì 30 dicembre 2009

lunedì 8 settembre 2008

Vincino

lunedì 1 settembre 2008

Proficiency

Con Cita

«E da oggi le Borsette avranno finalmente un loro quotidiano! L'Unità, foglio noto per aver fornito i copricapi a generazioni di muratori, avrà ora la direzione di una Borsettona come Concita De Gregorio. Diverrà quindi l'organo ufficiale del borsettume italiano? O magari la Concita si ridesterà dal sogno adelfiano-impegnato-snob, ricorderà di aver lavorato da giovane al Vernacoliere e riempirà le prime pagine del quotidiano fondato da Antonio Gramsci con titoloni che inneggiano ar 'ulo e a la topa? Sarebbe una vera rimonta per la sinistra italiana!».
(http://www.neotom.com/)

In prima pagina ci aspettavamo le bandiere rosse. Ma ci ritroviamo con la réclame del mulino bianco: «Sono cresciuta in un paese fantastico di cui mi hanno insegnato a esser fiera. Sono stata bambina in un tempo in cui alzarsi e cedere il posto in autobus a una persona anziana, ascoltare prima di parlare e chiedere scusa e permesso erano principi condivisi di una educazione condivisa». Ci mancano solo i bomboloni alla marmellata, gli uccellini che cantano, gli scoiattoli che suonano, e lo slogan finale: «L’Unità, come natura crea», oppure «L’Unità, mangiar bene per sentirsi in forma
(http://www.ilgiornale.it)

venerdì 27 giugno 2008

Bubbles

«There have been speculations that the Universe is not in its most stable configuration, and that perturbations caused by the LHC (= Large Hadron Collider del Cern di Ginevra) could tip it into a more stable state, called a vacuum bubble, in which we could not exist. If the LHC could do this, then so could cosmic-ray collisions. Since such vacuum bubbles have not been produced anywhere in the visible Universe, they will not be made by the LHC».
Mah...
(dal sito del Cern)

martedì 17 giugno 2008

Firefox

Download Day - Italian

sabato 31 maggio 2008

??


D'accordo

Per quel che può valere, io a vedere il Divo mi sono persino addormentato, a un certo punto. Penso sia una via di mezzo malriuscita tra un'ennesima storia di misteri d'Italia - peraltro su misteri già esposti e romanzati in ogni salsa - e una parodia da bagaglino sulla nostra mediocre classe politica. Esagero, certo: ma mi aspettavo che la annunciata capacità di Sorrentino di trasformare in grottesco e surreale un pezzo di storia italiana e di confezionarlo cinematograficamente andasse oltre l'abuso della zoommata, del rallentatore e delle musiche originali e spiazzanti.
Poi magari non ho capito io: ma mi chiedo che ci abbiano trovato a Cannes in un film tutto ammiccamenti demagogici al pubblico italiano e vicende abbozzate e non spiegate, se non il frequente compiacimento estero nel macchiettizzare ogni cosa e pensare di aver capito un paese.
p.s. naturalmente ci sono alcuni buoni momenti nel film: ma l'unico veramente notevole è quello in cui la moglie di Andreotti gli dice la cosa che finalmente contraddice la sciocca e annosa sudditanza di mezza Italia - sinistra compresa - nei confronti del potere di Andreotti, e un luogo comune ripetuto mille volte: ovvero che lei sa distinguere uno con la battuta pronta da uno intelligente, e Andreotti è la prima cosa.
p.p.s vedo la puntata di Annozero sul film, con testimonianze e documenti, ed è invece avvincente e istruttiva: a conferma di come anche questa storia abbia solo da perdere dal suo romanzamento.
wiitgenstein.it

mercoledì 7 maggio 2008

Il rumore sordo della battaglia

La sanguinosa epopea delle armi da fuoco in un romanzo storico sull'eclissi dell'età eroica. La fine del mondo cavalleresco e l'avvento della guerra moderna nel Rinascimento dei Borgia, di Savonarola e degli ultimi grandi capitani di ventura. Una misteriosa confraternita di uomini in armi che si oppone con ogni mezzo al tramonto delle aristocrazie guerriere e alla marcia inarrestabile della storia. Se vi è piaciuto L'ultimo samurai.
Eroico.
Antonio Scurati, Il rumore sordo della battaglia, 2006

Lo stato dell'unione

Alberto Mendini, pubblicitario cinquantenne un tempo sulla cresta dell'onda e oggi sull'orlo del fallimento, riceve una proposta che non può rifiutare. L'assessore alla cultura della Regione gli chiede di organizzare, in cambio di un bel pacco di soldi, nientemeno che la campagna per l'"Anno dell'Identità Celtica". Mendini è perplesso: di Celti, da quelle parti, per quello che lui ne sa, non se ne sono mai visti. E i soldi sono tanti, forse addirittura troppi... La terza scorribanda narrativa di Tullio Avoledo si svolge in una Regione che non c'è, ma potrebbe benissimo esserci.
Profetico.
Tullio Avoledo, Lo stato dell'unione, 2005